Ambiguità dei «buoni»

di Thomas Merton

Come cattolico io mi attengo saldamente a quanto inse­gna la Chiesa in merito alla giustificazione e alla grazia. Non si può essere giustificati da una fede che non compie le opere d’amore, perche l’amore è testimonianza ed evidenza del « nuovo essere » in Cristo. Ma appunto questo amore è in primo luogo opera di Cristo in me, non semplicemente qualcosa che scaturisce dalla mia volonta e viene poi appro­vata e ricompensata da Dio. È la fede che apre il mio cuore a Cristo e al suo Spirito, affinché egli possa operare in me. Nessuna delle mie opere puo chiamarsi «amore» in senso cristiano se non viene da Cristo. Ma i «buoni» sono ten­tati di credere unicamente nella loro bontà e nella loro ca­pacità di amore, mentre chi comprende la propria nullità è molto più pronto ad arrendersi interamente al dono dell’amore che egli sa non poter venire in alcun modo da lui.

È con questa mentalita che, nel capitolo successivo, considererò le ambiguita del «fare il bene» , sapendo che quan­do uno è fermamente persuaso della sua rettitudine e bontà può perpetrare senza scrupolo la piu spaventosa mal­vagità. Dopo tutto non sono stati gli uomini retti, i santi, i «credenti in Dio» che hanno crocifisso Cristo? E non l’hanno fatto in nome della rettitudine, della santità e di Dio stesso (Gio 10, 32)?

Si noti che uno dei più profondi motivi psicologici del­I’antisemitismo cristiano è, a parer mio, un tentativo di evadere da questo fatto. Il vangelo ci insegna precisamente che la santità e la bontà umana non possono impedirci di tra­dire Dio e che i «buoni» che crocifissero Cristo sono il modello di tutti i «buoni» la cui «bontà» è nient’altro che fedeltà a prescrizioni etiche.

Ma per sfuggire alle conseguenze di questo fatto noi abbiamo cambiato le cose interpretandolo in quessto modo: Cristo fu crocifisso da uomini cattivi e senza fede i quali amavano il peccato precisamente perché erano ebrei e maledetti da Dio. Questa interpretazione trascura i seguenti fatti: gli ebrei erano e sono il popolo particolarmente eletto e amato da Dio; i farisei erano uomini austeri e virtuosi, dediti con tutte le loro forze a fare il bene come essi lo intendevano. Studiavano devotamente la parola di Dio con profondo interesse per la venuta del Messia.

L’antisemitismo conviene ai cristiani che si reputano austeri, virtuosi, interessati a fare il bene e a obbedire a Dio, eccetera, per evitare ogni occasione che possa far capire come essi siano siano l’esatta riproduzione degli antichi farisei. Quando impareremo che «essere buoni» può significare facilmente avere la mentalita di «uccisori di Cristo»?

(Thomas Merton, Diario di un testimone colpevole, tr. it. Garzanti, Milano 1968, pp. 168-169)

Categorie: Thomas Merton | 8 commenti

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8 pensieri su “Ambiguità dei «buoni»

  1. È un tema su cui medito da tempo. Pensiamo a quanti danni ha fatto la riduzione del cristianesimo a “etica”. Thibon mostra bene che la rivolta di Nietzsche contro la morale e il cristianesimo è in gran parte una reazione alla diffusione dei «sottoprodotti del cristianesimo». È la fase borghese del processo di secolarizzazione, in cui si nega la Rivelazione ma non la morale e i valori cristiani. La condanna di Nietzsche ha quindi validità se rivolta a questa «torbida fiumana del cristianesimo moribondo» (utilitarismo, morale idealistica di Kant, egualitarismo, individualismo, liberalismo, socialismo, ecc.). Purtroppo in Nietzsche, come spesso accade, la rivolta contro un idolo ha finito per elevarne un altro.
    E sono sempre più convinto che anche la sorda ostilità contro l’attuale pontefice affondi le proprie radici in questo humus che idolatra la morale.

  2. Sono ormai mesi che penso a questo passo del Vangelo:

    24 Egli propose loro un’altra parabola dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo, che seminò buon seme nel suo campo. 25 Ma, mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e seminò della zizzania in mezzo al grano, e se ne andò. 26 Quando poi il grano germogliò e mise frutto, apparve anche la zizzania. 27 E i servi del padrone di casa vennero a lui e gli dissero: “Signore, non hai seminato buon seme nel tuo campo? Come mai, dunque, c’è della zizzania?”. 28 Ed egli disse loro: “Un nemico ha fatto questo”. Allora i servi gli dissero: “Vuoi dunque che andiamo e la estirpiamo?”. 29 Ma egli disse: “No, per timore che estirpando la zizzania, non sradichiate insieme ad essa anche il grano. 30 Lasciate che crescano entrambi insieme fino alla mietitura; e al tempo della mietitura io dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano, invece, riponetelo nel mio granaio”».

    Matteo 13,24-30

  3. 61angeloextralarge

    “i credenti in Dio” in buona fede sono mine vaganti.
    Questo testo è da centellinare, come altri che inserisci nel blog. Il tema della zizzania è un tema scottante perché istintivamente la accoglierei, la metterei tutta insieme per farne un bel fuoco (magari la sera del 9 dicembre…). Però, passato il momento dell’istinto, mi ricordo che non è questo lo scopo per cui Cristo è morto, anzi! E’ morto perché anche la zizzania abbia il tempo di conoscerLo e di accoglierLo, trasformandosi attraverso l’amore in frumento.

    • Devono crescere insieme fino all’ultimo. :)

      • paola

        Certo, Karin. Perchè il campo è anche il cuore di ciascuno; siamo impastati di bene e di male, che coesistono senza che uno dei possa definitivamente prevalere finché viviamo. E solo nell’ultimo giorno la nostra anima passerà nella fiamma dell’amore di Cristo, che brucerà tutte le stoppie inutili e la zizzania, per lasciar fiorire il buon grano rimasto nel campo del nostro cuore. E’ una lettura diversa da quella che Gesù stesso dà ai discepoli, ma l’immagine della fiamma che purifica è molto efficace, è di Benedetto nella Spe salvi.
        Penso che in ciascuno di noi sia presente il “buono” che tende ad attribuire le colpe ad un agente esterno, il capro espiatorio. E quindi non ci rimane che chiedere misericordia, l’agire morale non può non partire da qui.

        • Se non crescessero nello stesso campo come potrei accorgermi dei miei peccati, delle mie colpe e chiedere perdono in tempo utile? Guardare la zizzania con occhio vigile è estremamente utile per desiderare di essere tutta di Cristo.

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